Ricominciando a lavorare

17 Aug 2020 - MDA DS

Da luglio ho iniziato a lavorare in un supermercato; La cosa mi va molto a genio perché:

  1. è il lavoro meglio pagato che ho trovato finora (non prendo chissa che stipendio eh, però è decente).
  2. è tutto molto più fiscale e controllato, quindi niente lavoro in nero salvo qualche straordinario per ora.
  3. mi sono trovato addosso molta fiducia e responsabilità, che pare riesca a ricambiare bene finora.

Su quest’ultimo punto infatti c’è da dire che quasi subito sono stato spostato dagli scaffali per gestire il baretto annesso e dare una mano al banco del pane. Al pane va benissimo e sono molto apprezzato dalla mia collega più anziana che gestisce il banco; Al bar anche i colleghi mi apprezzano molto, ma mi ha fatto strano servire tutti questi caffè e vedere tutte queste pause sigaretta, considerando che sia caffè che nicotina ho smesso di assumerli (molto felicemente!) da circa settembre scorso. Premesso ciò, questa è stata la prima poesia che ho scritto da quando iniziato a lavorare:

L’Uomo Orologio

drin drin dron drin drin dron
la sveglia rintocca presto
motorino d’avviamento
dell’Uomo Orologio
macchinario cronometrico
dell’ultimo secolo
sgasando “ron-ron”

macinando secondi e ore
macinando dentro al motore
petrolio cereale a infusione
caffè a combustione veloce
tric-trac a alta pressione
per sgobbare senza flessione
una sbuffata e un tiro di vapore
la forza di 20 cavalli-fumo
dal profumo di produzione
e consumo a tutto frrragore
YYYEEEEAAAAAHHHOOOOOOO

risciacquare bene con alcoli e pasticche
dedicate dopo l’uso.

Scritta fondamentalmente di getto in pausa pranzo, l’ho adorata subito e più la leggevo più mi piaceva; In effetti mi sono riusciti bene gli effetti principali, ovvero lo schema (molto poco rigoroso) di rime, che nella strofa principale danno un ritmo molto incalzante che poi invece va a chiudersi altalenante con le ultime rime nel mezzo, le onomatopee iniziali e finali, che mi suonano davvero come volevo, e nel complesso la sensazione che mi da la poesia nel leggerla. Nel complesso è importante per me come poesia perché sebbene ci siano le novità sperimentate nella mia ultima raccolta (“sentirsi come si sente solo dio”), penso di essere riuscito a rendere più chiaramente e narrativamente il messaggio, sempre rispetto ai risultati molto più astrusi e personali della stessa. A parte il fattore stilistico, come poesia esprime bene il modo in cui mi sono sentito, e dico al passato perché se c’è una cosa a cui ci si abitua velocemente è il lavoro, venendo da un periodo in cui ho rispolverato e rafforzato molto i miei sentimenti anti-lavoro, nati con “l’abolizione del lavoro” di Bob Black tanto tempo fa e rafforzati proprio ultimamente con “bullshit jobs” di David Graeber (un libro che consiglio moooolto vivamente), a non solo riprendere a lavorare a tempo più che pieno nel giro di due settimane, ma addirittura a provvedere alla carica di energie fasulle della caffeina e relax altrettanto tarocco della nicotina per i miei colleghi.

Semplicemente La mia nuova situazione lavorativa è andata molto direttamente a cozzare con la mia recente visione di queste due sostanze e la cosa non è stata immediata da metabolizzare.

Altra poesia su questo tema è stata la seguente:

La Metamorfosi

I N I E Z I O N I
di virtuosa fatica medica
propedeutica all’evoluzione
nell’Aldilà-Uomo

prodigiosa creatura dalle
vistose orecchie
per udire meglio ogni ordine
muso allungato
per richiamar meglio l’attenzione
schiena possente
per sopportare ogni fatica
cranio solido
per attutire ogni incidente
certo un po’ stolido,
lo spazio pel cervello è assente…
MA! un gran lavoratore 2.0!
un vero somaro fra la gente

Di sicuro meno d’effetto dell’altra, ma carina nelle trovate secondo me, rappresenta forse un ultimo sguardo incazzato della mia parte ribelle che nell’attuale situazione, come spesso è costretta a fare, chiude un occhio.

Bhe per ora è tutto, se volete condividere con me impressioni od opinioni su queste poesie trovate i miei contatti in fondo a questa pagina, sarò felice di sentirvi e rispondervi appena il tempo me lo permette.