English poetry

24 Aug 2020 - MDA DS

In questi giorni sto dando una letta ad un’antologia di poesie inglesi, un libro piuttosto vecchio preso dalle collezioni di mia madre che mi sono trovato in libreria.

Dallo spulciare, quindi, un po’ di autori della storia della letteratura, sono passato a cercarmi qualcosa riguardo la metrica inglese.

In pratica il tradizionale sistema quantitativo del mondo classico, che guarda cioè alla lunghezza delle sillabe, così come anche in italiano, in inglese va a modificarsi.

In italiano tuttavia il verso si sviluppa sul numero di sillabe fino all’ultimo accento e di solito è composto da queste sillabe più una1, per cui il famoso endecasillabo, che fin da Dante diventa uno dei metri più usati, è un verso di undici sillabe con l’accento sulla decima, poi variazioni degli accenti intermedi o del numero di sillabe dopo quest’ultimo accento, per quanto importanti, restano questioni in qualche modo secondarie.

In inglese invece la valutazione qualitativa si fa sui piedi, ovvero coppie o terne di sillabe, per cui si continua, così come nel modello classico, a parlare di giambi, trochei, ecc. e il risultato è il susseguirsi di unità ritmiche.

Per esempio il metro giambico è un piede di due sillabe che scandisce un ritmo tipo “da-DUM”, ovvero sillaba “unstressed” seguita da sillaba “stressed”, e il famoso pentametro giambico, che spopola tra ‘500 e ‘800 ed è un po’ il corrispettivo inglese del nostro endecasillabo per popolarità, sarebbe un verso composto da cinque giambi.

Tecnicismi a parte, anche perché mettersi a scrivere in metrica stretta non mi ispira molto come idea, per quanto sia bello ed interessante conoscerla, penso che questa natura così ritmica e musicale della poetica inglese, che la avvicina a quella classica, forse, un po’ di più rispetto a quella italiana, sia interessante e la renda particolare per una persona come me che è si abituata ad ascoltare musica in inglese ma non lo è a leggere poesie in quella lingua.

Qualche esperimento

Detto ciò, ho fatto fin da abbastanza tempo fa qualche sporadico esperimento di scrittura in inglese, in modo estremamente ingenuo ed intuitivo vista la mia scarsa conoscenza in quel ramo di questa lingua, che, tuttavia, è sicuramente interessante riportare e che, va detto, è stato quasi sempre fatto con l’idea di scrivere qualcosa che andava musicato, quindi parliamo di testi di canzoni.

Per esempio:

Workaholic

working hard, that’s your addiction,
contradiction
of this nation.
you’ve been trained to submission,
that’s your mission:
my inibition.

Boss
what do you want?!

for the lazy desecration,
the distraction
is infection.
no relaxing, just oppression,
that’s the fashion
of your lesson.

Boss
what do you wnt?!

Questo è il primo testo che scrissi in inglese.

L’idea nacque per una canzone punk/HC, visto che all’epoca iniziavo ad ascoltarne tantissimo, ad andare ai concerti del genere e anche a suonicchiare la chitarra, e mi ricordo che far suonare bene le parole e farle rimare fu ciò su cui mi focalizzaie il risultato mi piacque2.

Altro esempio è il seguente:

it started all long time ago
to steal a dime or two
the tote was drunk, I was a kid
my family was poor
I was so quick to make the trick
I was born for the crime
the next day I bought some sweets
that day I felt so rich

cause I’ll be hanged to a tree at noon tomorrow
I get to speak one last time tonight
I want to live my last moments confessing my sins
maybe god will forgive my misdeeds

when I grew up I learned the way
the world would use to be
I gambled at pubs all day and night
with people not so smart
the game was mine, I did my time
with tricks too fast for them
when they insisted my win was strange
my gun was even faster

cause I’ll be hanged to a tree at noon tomorrow
I get to speak one last time tonight
I want to live my last moments confessing my sins
maybe god will forgive my misdeeds

One day at last my odds had changed
I drunk a bit too much
that man alone, for me that night
was just a mine of gold
I needed thar cash, I wanted it fast
I dragged out my gun
I found myself to demonstrate that “bag or life”
is more than just a hint

so here I am, alone with you
my fate reached fast the end
not to my god nor to the law
I owe anything in life

cause I’ll be hanged to a tree at noon tomorrow
I get to speak one last time tonight
I want to live my last moments confessing my sins
maybe god will forgive my misdeeds

for I’ll be hanged to a tree at noon tomorrow
I get to live one last time tonight
I want to spend my last moments caressing your hair
having the chance to kiss you farewell

Nato sempre come testo per una canzone3, per la precisione una canzone country con ispirazioni anarchiche e punkeggianti; ne scrssi un paio di testi così, in inglese e anche con parte della musica pronta.

In questi casi mi focalizzai molto di più sul gergo e le parole usate, mi informai apposta, per rendere un’atmosfera, ma anche sulla capacità di raccontare una storia, cercando di restare il più possibile entro gli schemi metrici.

Caso a parte invece è la seguente:

Sleepy week

monday, tuesday
leaving early that’s
my fate

wednesday, thursday
don’t go to bed
too late

friday, sathurday
that’s not the time
to faint

sunday morning
I’m still working
That’s just, restless,
my face
reflected
in the mirror

Scritta molto recentemente, nelle scorse settimane.

Chiaramente meno improntata all’essere musicata o cantata; tuttavia nasce ugualmente da un’esperienza musicale visto che inizialmente era una mini parodia di “sunday morning” dei velvet underground che mi trovavo a canticchiare a caso in quei giorni, visto che solo domenica scorsa ho avuto il mio primo giorno libero da lavoro dopo diverse settimane; La classica febbre da ferragosto insomma.

Per il momento mi sembra tutto; le esperienze che ho riportato evidenziano chiaramente come mi muova in modo mooolto più ingenuo con la lingua inglese; tuttavia spero di avere modo prossimamente di perimentare un po’ di più e con una maggiore coscienza riguardo i modi della lingua in campo poetico.

Come sempre se avete qualcosa da dire fatemelo sapere; alla prossima.

  1. Detto così è ovviamente molto spicciolo, è chiaro che poi la teoria è molto più profonda. 

  2. Ad ora è inserita come poesia nella mia prima raccolta, “gente che grida piano”, che potete trovare nella vetrina delle opere sull’homepage del blog 

  3. Avevo anche intenzioni abbastanza serie musicalmente, tuttavia risulta ad ora incompleto come testo e pure senza titolo, per cui lo considererei un progetto abbandonato, insieme a eventuali aspirazioni musicali, per ora.