Considerazioni personali sulla figura della "donna gentile" nella "vita nova" di Dante

28 Jul 2022 - MDA DS

All’interno dell’opera dantesca, che è altrimenti inquadrabile abbastanza bene entro cornici storiche1, c’è un personaggio che muove la narrazione di una porzione non trascurabile delle parti finali.

Parlo ovviamente della “donna gentile”, temporanea distrazione per Dante dalla deceduta Beatrice.
Le ambiguità riguardo questa figura sorgono in tutta la loro forza tramite il convivio, in cui un autore ben piu maturo2 approfondisce il personaggio in quanto allegoria della filosofia, suo nuovo amore.

In questo quadro le teorie fondamentali sono tre:

Non avendo letto il convivio mi riesce fortemente difficile esprimere un parere sul ruolo di questa figura in quell’ambito, mi limito quindi a ragionare sulla “vita nova”: Personalmente propendo per l’ipotesi della veridicità biografica della donna gentile.

Entro le parti dedicate alle sue vicende trovo ci sia una nota di discrepanza tra le prose e i versi, nel senso che seppure entrambi mostrino la sofferta contrapposizione tra i sentimenti per lei e quelli di fedeltà a Beatrice, la prose da un certo punto in poi sembrano sempre aggiungere una finale certezza nel condannare i primi, in particolare la parte 273 mi da questa sensazione, con le successive.

Questo, se non fosse solo una mia impressione ovviamente, sarebbe spiegabile da una posteriorità di alcune delle prose, che quindi vanno a riferirsi ad un episodio già conclusosi, come si suppone sia eventualmente quello della donna gentile in carne ed ossa quando viene terminata la “vita nova” e ci si ripropone Beatrice come musa.

A parte questo dettaglio sui testi, che non ho le competenze ne le conoscenze adeguate a suffragare, trovo personalmente ragionevole che questo personaggio sia esistito e che Dante possa, viste le circostanze, avere una sbandata letteraria, e forse non solo, per lei.
Allo stesso modo lo trovo ragionevole in quanto la sua valenza allegorica come filosofia sia completamente del “convivio” e non presente nella vita nova.

In merito mi torna alla mente una discussione al riguardo fatta al festival del medioevo di Gubbio dell’anno scorso, dove si ipotizzava che Dante avesse addirittura intenzioni di celare e mistificare tale periodo della sua vita.
Su questo non saprei proprio dire, ma è una questione interessante che vale la pena approfondire.

  1. In particolar modo la figura di Beatrice è ben documentata, e cio che possiamo inquadrare tramite i suoi riferimenti. 

  2. La vita nova viene datata tra 1292 E 1294, seppure con testi ben più vecchi, mentre il convivio tra 1304 e 1307, per cui ci sono circa dieci anni buoni di distanza. 

  3. Aggiungo per rigore che la versione cui mi riferisco porta la suddivisione in 31 parti, ciò si riferisce anche al precedente post.