Per chi fosse interessato, sono disponibili le copie stampate dell'opera "Jesus Abdel"; Per info scrivetemi.
email: ragnar@live.co.uk
Qui trovi, in pdf, tutte le mie raccolte di poesie e opere.
Natura Morta | |
Una serie di istantanee di paesaggi glaciali e dolorosi dell'anima e delle emozioni che la percorrono. |
LOVE | |
Il ciclo dell'amore: dalla fine, all'inzio, di nuovo alla fine, in un circolo bellissimo e terribile. |
Un'Estate Terribile | |
Una collezione di cose morte. |
Jesus Abdel | |
Jesus Abdel è un rider nel periodo immediatamente successivo alla morte del collega e strettissimo amico Martino, investito da un'auto durante il lavoro. |
Testamento di un Uomo | |
"Ti offro una birra" m'ha detto. E io gli ho detto "Va bene". |
Scale Cromatiche | |
La stessa malinconia irresistibile che fa a pugni con la violenza e la carica sessuale, la prima meno incontrollabile e la seconda meno timida di una volta. |
Travolti tra Volti Stravolti | |
una collezione di volti ed emozioni, che si connettono in una grande e travolgente camera degli specchi. |
3.29Mb di Terrore Postmoderno | |
Una discesa nell'abisso dell'attuale società postmoderna del terrore. |
L'Uomo di Polvere | |
Una raccolta in due parti che si concentra sul rapporto tra l'uomo e la sua storia. |
La Fiaba Brutta | |
Una sorta di fiabetta eroticomica in versi liberi accompagnata da alcune poesie. |
Forme Devianti Dell'Essere | |
Un'analisi personale di vari tipi di devianza nella società contemporanea ed una riflessione. |
Sentirsi Come Si Sente Solo Dio | |
Un viaggio alla (ri)scoperta di se stessi, in modi linguisticamente nuovi e stimolanti, durante la lunga quarantena. |
Paradosso Social-Mediatico | |
Una riflessione sulla pericolosa e paradossale fragilità di questa umanità. |
Gente Che Grida Piano | |
Una sofferta narrazione delle cupe e malinconiche necessità dello stare al mondo. |
Carico oggi una nuova raccolta, costituita da poesie che si dilatano su un arco temporale molto più lungo del solito.
Proseguiamo col terzo ed ultimo approfondimento su “l’allegria” di Ungaretti.
La poesia in questione è “Girovago”, a seguire il testo:
Proseguiamo con il secondo approfondimento relativo all’opera “L’Allegria” di Ungaretti.
La pesia in questione è “I Fiumi”, dalla seconda sezione della raccolta; Di seguito il testo.
Procediamo, come anticipato, col primo post di approfondimento su “L’Allegria” di Giuseppe Ungaretti.
La poesia che analizzeremo è “Chiaroscuro”, ultimo componimento della prima sezione della raccolta, ovvero “Ultime”.
Di seguito, per iniziare, il testo:
Sono passati alcuni mesi dal mio ultimo post: non mi sono scordato del blog, ma tra impegni, problemi personali e difficoltà creative ho dovuto tenere da parte questo pezzetto della mia vita più a lungo di quanto mi sarebbe piaciuto.
Detto questo, torno finalmente a pubblicare, e lo faccio con un autore estremamente importante e di spicco come Giuseppe Ungaretti.
Recentemente ho letto “50 tentati suicidi” di Alessandra Carnaroli.
Non leggo da un po’ opere così recenti, quindi mi è sembrato d’obbligo scriverne.
Guido Gozzano, di cui parlerò in questo e forse altri post, è per molti aspetti un crepuscolare sui generis.
Innanzitutto la sua produzione è relativamente tarda; Nel 1907, anno di pubblicazione de “La Via del Rifugio”, Govoni già strizzava l’occhio al futurismo, Palazzeschi iniziava ad allargare i suoi orizzonti letterari ed il giovanissimo Corazzini passava a miglior vita, proprio un pugno di mesi dopo la suddetta raccolta.
C’è inoltre da dire che il suo modello assoluto di riferimento, fino a poco tempo prima, fu D’Annunzio, e se si vuole fare, ad esempio, un paragone proprio con Corazzini il diverso peso che ha l’influenza di Pascoli è in qualche modo visibile.
Carico ora la mia ultima raccolta.
All’interno dell’opera dantesca, che è altrimenti inquadrabile abbastanza bene entro cornici storiche1, c’è un personaggio che muove la narrazione di una porzione non trascurabile delle parti finali.
In particolar modo la figura di Beatrice è ben documentata, e cio che possiamo inquadrare tramite i suoi riferimenti. ↩
Dopo una lunga pausa dal blog, dovuta principalmente agli impegni lavorativi, ma anche dal molto scrivere, voglio analizzare una delle parti fondamentali della “Vita nova” di Dante Alighieri.
Trattasi della parte decima, fondamentale perché per molti versi si tratta dell’opera germinale del dolce stil novo come lo intendiamo.
Con questo post, il primo dopo alcuni mesi di stop dovuti a impegni soffocanti, voglio presentare il mio ultimo scritto.
Jesus Abdél è un rider nel periodo immediatamente successivo alla morte del collega e strettissimo amico Martino, investito da un’auto durante il lavoro.
Questo evento farà da scintilla nella rivalutazione della sua vita e dell’ambiente che lo circonda.
A parte questo fondamentale input contestuale come al solito consiglio prima di leggere l’opera e trarre le proprie conclusioni, il link al download lo trovate in homepage o cliccando qui.
Prosegue la serie di post di approfondimento sui “Canti di Castelvecchio” con una scelta abbastanza particolare: “la Bicicletta”.
Di seguito il testo:
Torno alla mia serie di approfondimenti sui “Canti di Castelvecchio”, parlando di un componimento straordinario e molto utile per osservare un aspetto chiave della raccolta: “La Voce”.
Ho finalmente il piacere di presentare la seguente raccolta: Scale Cromatiche, più che mai frutto di lacrime e sudore.
Eccoci con un altro estratto dai “canti di castelvecchio”.
Ho cercato in ogni modo di trovare un compromesso adeguato, pensando di riprodurne e trattarne solo una parte per il tutto o evitare proprio la fatica, ma alla fine mi sono reso conto che era o tutto o niente e quindi ho deciso di trattare del componimento “the hammerless gun” nella sua interezza.
La scelta è stata presa in parte perchè il pezzo è estremamente importante e straordinario e parlarne mi è sembrato d’obbligo considerando che non tratterò l’altro pezzo corposo della raccolta, ovvero “il ciocco” (me ne scuso subito già che ci sono), in parte perché è assolutamente uno dei pezzi che ho preferito della raccolta, molto di più de “il ciocco” se devo basarmi su gusti personali (e mi scuso anche di questa ammissione).
Come avevo in programma da molto, mi sto dedicando, negli spazi tra lavoro e studio, ai “canti di castelvecchio” di Giovanni Pascoli.
Come avevo annunciato, mi appresto qui a parlare di Edoardo Sanguineti; Piu propriamente, del Sanguineti autore di triperuno (laborintus, erotopaegnia e purgatorio de l’inferno), nonché tra i capisaldi della neoavanguardia.
Dopo una pausa più lunga del previsto, dovuta ad una miriade di impegni personali e contrattempi, riesco finalmente a caricare la nuova raccolta, nella vetrina delle opere in homepage.
Prima di dedicarmi a qualche altro poeta, ho deciso di approfondire una mia poesia, cosa che non faccio da un po’.
Ecco l’approfondimento promesso a “Le Aureole”, raccolta trattata nello scorso post.
Con questo post chiudo il ciclo su Corazzini, ad esclusione del solito approfondimento che seguirà; Nella fattispecie parlerò della terza opera fondamentale della produzione del poeta: “Le Aureole”.
In questo post faro un approfondimento su un componimento specifico de “l’amaro calice”.
Torniamo a parlare di Corazzini con questo secondo post della serie; Parleremo nellop specifico de “l’Amaro Calice”.
Sulla scia del precedente post, il primo della serie su Corazzini, ho deciso di fare un approfondimento su uno dei pezzi di “Dolcezze” che mi ha colpito di più.
Si tratta di “Follie”, che ricopre l’undicesima posizione in raccolta, emblematicamente dopo “Il fanciullo suicida”, quasi a costituire un blocco tematico.
Di una bellezza a dir poco estrema, riporto ora il testo completo, seguirà un tentativo di analisi:
Questo post rappresenta il primo in una serie di tre, dedicato alle prime opere del poeta Sergio Corazzini: “Dolcezze”, “l’Amaro Calice” e “le Aureole”.
Dopo diversi mesi di gestazione ho concluso la mia ultima raccolta.
Ho recentemente ultimato la grafica della copertina fronte e retro e, in concomitanza a questo post, l’ho caricata sul blog, nella vetrina delle opere.
Avendo letto durante il passato mese “La ragazza Carla”1 di Elio Pagliarini, ritaglio finalmente del tempo per scriverci su un post.
Fra le altre cose consiglio specificatamente questa edizione, completa e fedele alla versione integrale originale e in un formato stupendo; Io personalmente l’ho trovata usata su qualche sito internet specifico a un buon prezzo. ↩
In questo post voglio analizzare un pezzo di Antonio Porta che mi ha colpito tantissimo ma non sono riuscito ad analizzare nel precedente post su “i novissimi”.
Finalmetne dopo tanto tribolareriesco a scrivere questo post su “I Novissimi”.
Ho deciso di dedicare un piccolo post ad una delle ultime poesie che ho scritto.
Nell’ultimo mesetto circa, sebbene mi sia arrivata a sorpresa la copia usata de “i novissimi” che avevo acquistato e che davo ormai per spacciata, dopo oltre un mese di attesa, mi sono dedicato a un libricino di poesie prestatomi da un amicodella mia ragazza.
Dopo la breve esperienza de “La Fiaba Brutta” ecco la mia nuova raccolta “seria”.
Come avevo accennato nel post precedente, qui parlerò di un nuovo piccolo scritto che aggiungo in contemporanea alla vetrina delle opere in homepage.
È passato un po’ di tempo dall’ultimo post.
Mi sono finalmente deciso a riprendere in mano uno dei libri prediletti e a scrivere di uno degli autori preferiti dei miei 19 anni.
Ultimamente, dopo tanto che lo cercavo, mi sono procurato una copia di “vi scrivo da un carcere in grecia” di Alexandros Panagulis.
La copia in questione è un’edizione Pgreco con tutti i testi a fronte1.
Non che sappia leggere o comprendere il greco moderno purtroppo, sebbene tempo addietro mi proposi di impararlo, proposito che puntualmente si perse tra impegni, necessità e passatempi; i testi a fronte rappresentano comunque un valore aggiunto nel caso un domani ritornassi sulla mia idea. ↩
La nuova raccolta è pronta e caricata nella vetrina delle opere, in cima.
In concomitanza rilascio questo post come breve presentazione e “autorecensione” della stessa.
Nel caso non l’abbiate letta, suggerisco sempre prima di leggere e interpretare l’opera e solo dopo leggere opinioni altrui, autore incluso.
Scrivere un post sulle filastrocche è una cosa che prima o dopo avrei dovuto fare; ho preso quindi l’occasione della stesura di una composizione ispirata ad una filastrocca, ultimamente, per buttarlo giu.
Uno dei libri di poesie che ho letto più recentemente è “disturbi del sistema binario”, di Valerio Magrelli.
Questo è uno di quei post belli carichi.
In questi giorni sto dando una letta ad un’antologia di poesie inglesi, un libro piuttosto vecchio preso dalle collezioni di mia madre che mi sono trovato in libreria.
Da luglio ho iniziato a lavorare in un supermercato; La cosa mi va molto a genio perché:
Dopo molta fatica per costruire questo blog (imparare html, imparare css, imparare markdown, imparare come funziona jekyll, e molto altro…) finalmente mi trovo a scrivere il mio primo post.